James Rosenquist

Grand Forks, North Dakota, 1933 - New York, 2017


Testo di Fabio Gimondi



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Negli Stati Uniti, a partire dagli anni sessanta, matura una nuova forma d’arte popolare: la Pop Art (Pop è abbreviazione di popular) che, in netta contrapposizione con l’intellettualismo dell’espressionismo astratto, rivolge la propria attenzione agli oggetti, ai miti e ai linguaggi della società dei consumi. L’appellativo popular deve essere inteso in maniera corretta. Non come arte del popolo o per il popolo ma, più precisamente, come arte di massa, cioè prodotta in serie; e poiché la massa non ha volto, l’arte che la esprime deve essere il più possibile anonima.

Questo salto è traumatico perché si passa da elaborate riflessioni sui significati artistici di materia e gesto alla proposizione di valori quotidiani e volutamente banali. La mercificazione dell’uomo, il consumismo eletto a sistema di vita e il fumetto sono i fenomeni dai quali gli artisti pop attingono le loro motivazioni. L’intervento artistico avviene mediante la manipolazione dei soggetti stessi che possono essere dilatati, ripetuti e alterati in vario modo, agendo sia sulle forme che sui colori grazie a mezzi sempre più raffinati come fotografia e tipografia. In questo senso la Pop Art usa lo stesso linguaggio della pubblicità e risulta omogenea alla società dei consumi che l’ha prodotta e l’artista dunque non trova più spazio per alcuna esperienza soggettiva. Quindi la Pop Art non è altro che una stanca esercitazione di stile che graffia e contesta solo superficialmente, lasciando intatta la sostanza delle cose e dando per scontata l’irreversibilità del modello di sviluppo consumistico.

James Rosenquist è un artista Americano e uno dei principali protagonisti del movimento della Pop Art insieme a Roy Lichtenstein ed Andy Warhol. Nasce il 29 Novembre 1933 a Grand Forks, nel North Dakota e i suoi genitori, sempre in cerca di un lavoro e un  posto fisso in cui stare, si muovevano di città in città arrivando finalmente a stabilirsi a Minneapolis. Sua madre, anche lei pittrice, lo incoraggia ad avere un interesse per l’arte tanto che durante i suoi anni di liceo vince una borsa di studio per la “Minneapolis School of Art”.

Nel 1955 all’età di 21 anni si trasferisce a New York dove entrerà, grazie a un’altra borsa di studio,  alla “Art Student League”. Dal 1957 al 1960 si guadagna da vivere come pittore di cartelloni pubblicitari. Questo fatto rappresenta un allenamento perfetto per un artista che esploderà nella scena della Pop Art. Rosenquist comincia la sua produzione nel 1960 
circa,  e come altri artisti della Pop Art adatta il linguaggio pubblicitario e della cultura Pop (spesso ridicolo, volgare e oltraggioso) al contesto dell’arte nella sua bellezza.

Rosenquist
conquistò fama internazionale nel 1965 con il dipinto F-111 che occupava un’intera stanza. La specialità di questo pittore è di prendere immagini frammentate, sproporzionate e di sovrapporle, di combinarle e di metterle insieme per creare delle storie visive. Questa tecnica può sbalordire il pubblico, facendo apparire gli oggetti più familiari nella maniera più astratta e provocatoria possibile.

Rosenquist ha ricevuto molte onorificenze tra cui la selezione per “Art in America Young Talent USA” nel 1963 e il “Golden Plate Award” dall’American Academy of Achievement nel 1988. Rosenquist continua a produrre commissioni su larga scala, incluso il recente dipinto “The Swimmer” ,voluto dalla Deutsche Bank. Le sue opere continuano a svilupparsi in maniera straordinaria, influenzate soprattutto dalla nuova generazione di artisti. Purtroppo il 29 Aprile 2009, in seguito a un incendio divampato nella contea di Hernando in Florida, dove l’artista aveva vissuto per 30 anni, la sua casa, lo studio e il magazzino sono stati distrutti. Tutti i suoi dipinti conservati nella sua proprietà sono andati distrutti bruciati, incluso il materiale per la sua prossima esposizione.